Ho curato l'impaginazione e la copertina del libro "Le favolette di Wittgenstein" di Giuseppe Manfridi, per la casa editrice Edizioni Efesto di Roma.
Le illustrazioni di copertina sono di Antonella Rebecchini.
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Libro - Le favolette di Wittgenstein
- Categoria
- Grafica Editoriale
- Cliente
- Edizioni Efesto, Roma
- Periodo
- Ottobre 2024
- Caratteristiche
- Copertina su carta patinata opaca
- Sinossi
- Forse fra venticinquemila anni, sotto le rovine di un’antica biblioteca del XXI secolo, un archeologo ritroverà un’edizione del Faust di Fernando Pessoa e leggerà l’incipit “Ah, tutto è simbolo e analogia / …)”. Poi si accorgerà che accanto giace questo libro di favolette, lo apre (a caso) e legge: “Wittgenstein e lo specchio in cui si specchia. Wittgenstein, facendosi la barba, non può evitare di elucubrare su ciò che vede, vale a dire lo specchio in cui si specchia… La vita è un transito fra specchi. Tutto ci illustra. Tutto è raffigurazione di noi, anche noi stessi, e ogni metafora ci riguarda sempre. Tutto ci ripete”. Tutto ci ripete, non “tutto si ripete”, Nietzsche è lontano, è andato da Zarathustra. La favoletta prosegue: “I nostri amori, i nostri paesaggi, le nostre ambizioni. Chi ci viene incontro, chi ci rasenta, chi pretende di fermarsi in eterno presso di noi... specchi... opachi, argentati, limpidi... e così noi per gli altri!... Noi per quelli. Noi che non rappresentiamo noi stessi, ma che siamo il panorama attorno: l’intero panorama, sprovvisto solo della nostra figura, del nostro cuore, della nostra faccia. Noi che possiamo vedere tutto, tranne i nostri occhi. A malapena la punta del naso. Noi siamo dove non siamo. Noi siamo attorno. Mentre dove in realtà siamo, o dove ci pare d’essere, è il punto di noi che ci rintraccia ovunque. Il punto vuoto, che di noi si colma”. Adesso l’archeologo penserà che il caso esiste. Ma a tramestare vieppiù nella polvere, trova La biblioteca di Babele di Jorge Luis Borges. Allora saprà che al posto del caso c’è l’infinito con un’infinità di infiniti al suo interno, fra i quali l’infinito dei Wittgenstein di Manfridi.
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